La terapia psichedelica si riferisce a quelle pratiche terapeutiche che comportano l'uso di sostanze psichedeliche, come LSD e psilocibina, principalmente per assistere la psicoterapia. Dagli anni cinquanta fino ai primi anni settanta psichiatri, terapeuti e ricercatori hanno somministrato l'LSD a migliaia di persone come trattamento per l'alcolismo,[1] così come per l'ansia e la depressione nei malati di cancro terminale.[2], ma lo psicoterapeuta Stanislav Grof[3] ha esplorato il loro potenziale anche nella psicoterapia di soggetti privi di afflizioni specifiche[4]. A differenza della farmacoterapia psichiatrica convenzionale in cui il paziente assume regolarmente un medicinale, la terapia psichedelica si effettua con una singola assunzione del composto psichedelico durante una sessione estesa di psicoterapia[5], preceduta e seguita da ulteriori sessioni senza assunzioni di psichedelici per favorire l'integrazione dell'esperienza.[6] Dal 1967, in seguito alla campagna proibizionista di Richard Nixon[7] l'LSD e molti altri psichedelici sono stati resi illegali al pari delle droghe comunemente intese: pur non avendo effetti sulla loro diffusione clandestina, ciò rese molto difficile ottenerli legalmente per studiarli, portando alla fine delle ricerche scientifiche su di essi. Dai primi anni Zero, diversi nuovi studi stanno esplorando le proprietà terapeutiche delle sostanze psichedeliche quando utilizzate sotto la supervisione medica, specialmente nei confronti di alcune patologie psichiatriche come la depressione[8][9][10][11][12][13], l'ansia cronica e il disturbo post-traumatico da stress[14].
© MMXXIII Rich X Search. We shall prevail. All rights reserved. Rich X Search